Prima era utilizzato solo in casi d’emergenza, quando l’acqua non bastava per tutti. Ma era necessaria un’ordinanza comunale che avvisava i cittadini della necessità di far bollire l’acqua del rubinetto prima degli usi alimentari, a causa dei livelli di ferro e manganese un po’ sopra la soglia consentita dalla normativa. A partire dalla prossima estate non sarà più così: grazie ad un revamping completo finanziato da Alfa, il pozzo Mignani di Grantola entrerà a far parte a tutti gli effetti della rete comunale di distribuzione dell’acqua potabile, senza più limitazioni.
I LAVORI
I lavori, già iniziati, permetteranno il rifacimento di tutte le tubazioni e delle apparecchiature elettroniche al servizio del pozzo, come strumenti di misura e monitoraggio in tempo reale, che saranno implementati all’interno dei sistemi di telecontrollo. Successivamente verranno eseguiti specifici test per individuare e realizzare il miglior intervento possibile di potenziamento dell’impianto di potabilizzazione ed abbassare, infine, entro i limiti di legge i livelli di ferro e manganese.
La portata del pozzo Mignani è di circa 5 litri al secondo, che possono sembrare pochi, ma che in realtà sono quasi il doppio del fabbisogno totale medio dell’intera Grantola. Tanto che Alfa sta pensando di realizzare in futuro un’interconnessione con l’acquedotto di Montegrino Valtravaglia, paese colpito in misura ancora più pesante dalla siccità dell’estate scorsa.
Nella foto copertina, da sinistra: il vicesindaco di Grantola, Raffaele Napolitano; il sindaco, Adriano Boscardin, l’ingegnere di Alfa referente dei lavori al pozzo, Daniele Pippione